VOGLIA DI LEGGERE - TRA L'OTTOCENTO E IL NOVECENTO: IL DECADENTISMO
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immateriale e di colore grigio pallido.
nel campo che è grigio nella metà non ancora arata, mentre è nero dove la terra è già stata arata.
sottraile all’inquietudine e ai desideri dell’animo.
tra la nebbiolina che sale dal terreno.
tu vapore («fumo») che ancora ti espandi, all’alba, come residuo dei lampi della notte e dei tuoni dei temporali. L’espressione «crolli d’aeree frane» allude al fragore dei tuoni paragonati a frane rumorose che cadono dal cielo.
canale, fossato dove le lavandaie lavano i panni.
i ricordi dolorosi del mio passato.
il muro di cinta dell’orto.
il rumore prodotto dai panni sciacquati nell’acqua.
con colpi frequenti («spessi»).
erbe medicinali.
piene, impregnate di lacrime.
le foglie («frasca») cadono dai rami come fiocchi di neve.
che procurano le dolcissime marmellate di pesche e di mele da mangiare con il mio pane scuro, di campagna. Simbolicamente le «piccole cose» che circondano il poeta appaiono le uniche dolcezze nella tristezza della sua vita.
campo non arato.
che vogliono che io mi allontani, che incontri altre persone da amare.
Che io veda solo quel tratto della bianca strada che conduce al cimitero, che un giorno dovrò percorrere tra il suono lento delle campane a morto.
di Giovanni Pascoli
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Nel campo mezzo grigio e mezzo nero1
resta un aratro senza buoi, che pare
dimenticato, tra il vapor leggiero2.
E cadenzato dalla gora3 viene
lo sciabordare4 delle lavandare
con tonfi spessi5 e lunghe cantilene.
Il vento soffia e nevica la frasca6,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l’aratro in mezzo alla maggese7.
(da Poesie, Mondadori, Milano)