In Olanda la coltivazione dei tulipani iniziò nel 1593, dopo che il botanico fiammingo Carolus Clusius, presso l'Università di Leida, aveva accertato che i tulipani, giunti dalla Turchia, erano in grado di sopportare le severe condizioni climatiche dei Paesi Bassi.
L'interesse per questi fiori dalle diverse colorazioni divenne una vera e propria mania che negli anni si trasformò in un'esagerata ricerca degli esemplari più rari, come quelli con petali a striature geometriche, con spettacolari effetti colorati di linee intricate e fiammeggianti.
Il tulipano divenne rapidamente una merce di lusso e uno status symbol: la ricca borghesia olandese ed europea ne sfoggiava le varietà più rare per mostrare la propria ricchezza.
Poiché il prezzo andava aumentando col tempo, si cominciò ad acquistare i bulbi di tulipano per fini speculativi.
La domanda di bulbi di tulipano crebbe al punto che ogni singolo bulbo raggiunse prezzi enormi. Nel 1623, un bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell'epoca era di 150 fiorini). Sempre più persone ne acquistavano per poterli rivendere di lì a poco realizzando cospicui guadagni.
Tutta l'economia olandese fu trasportata da questo fenomeno, e anche i prezzi degli altri beni, come quelli di prima necessità, aumentarono gradualmente.
All'inizio le vendite dei bulbi avvenivano dalla fine di giugno, quando si dissotterravano, fino a settembre, mese in cui si ripiantavano.
In seguito, fioristi e commercianti di tulipani iniziarono, durante gli altri mesi, a firmare contratti a termine davanti a un notaio per l'acquisto di tulipani con l'impegno di consegnare i bulbi in estate (simili ai moderni contratti futures). Nel 1636 vi era ormai un florido mercato informale di questi contratti, dove si commerciavano gli atti d'acquisto e non più i bulbi. Questa pratica fu soprannominata "commercio del vento".
Non veniva corrisposto alcun anticipo e i contratti erano tra le singole controparti e non avvenivano sul mercato ufficiale, perché erano considerati illegali.
Dal settembre del 1636 i prezzi iniziarono a salire vertiginosamente. L'andamento proseguì nei mesi di novembre, dicembre e gennaio raggiungendo valori esorbitanti.
Il crollo iniziò il 6 febbraio del 1637, apparentemente scatenato da un'asta di bulbi di tulipani andata deserta ad Haarlem.
Anche se questo fatto poteva essere stato causato dalla presenza in Haarlem di un focolaio di peste bubbonica, il panico in pochi giorni si diffuse in tutto il paese. Nonostante gli sforzi degli operatori per sostenere la domanda, il mercato dei tulipani crollò.
Scoppiò così la bolla speculativa.
Alcuni detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli di mercato, ormai crollato, mentre altri possedevano bulbi che valevano un decimo di quanto li avevano pagati.
Il 24 febbraio 1637, la corporazione dei fioristi olandesi stabilì che tutti i contratti a termine dovevano essere interpretati come contratti di opzione: il possessore del contratto di opzione non era più obbligato a comprare il bulbi prenotati, ma poteva scegliere di pagare una penalità e rinunciare ai bulbi.
Le conseguenze furono disastrose per molti operatori del mercato: commercianti e uomini d'affari si ritrovarono con contratti che non valevano più niente. Anche i contadini, che spesso avevano venduto tutti i loro averi per cominciare la coltivazione dei tulipani, rimasero completamente indebitati.
Il crollo del mercato dei tulipani del 1637 è considerato dagli economisti la prima bolla speculativa documentata della storia economica mondiale.