Camillo Benso conte di Cavour divenne capo del governo del regno di Sardegna nel 1852, succedendo a Massimo d’Azeglio. Il governo Cavour durò nove anni e quattro mandati, di cui l’ultimo fu il primo governo dell’Italia unita.
La linea politica di Cavour fu ispirata al liberismo economico e al rinnovamento profondo delle istituzioni e degli apparati. Benché uomo di destra, Cavour rifiutò sempre le posizioni più conservatrici e trovò in questo grandi alleati a sinistra.
Fautore del liberismo economico, Cavour sosteneva però che per rendere possibile l’iniziativa privata fosse necessario sviluppare prima lo Stato. Il suo governo fu quindi orientato allo sviluppo dell’industria, delle infrastrutture, dei commerci e dell’agricoltura, ponendo così le basi per un forte progresso economico.
L’importanza che Cavour dava alle infrastrutture e ai trasporti è testimoniata dal fatto che alla fine del suo governo il Regno di Sardegna contava da solo quasi lo stesso chilometraggio di ferrovie di tutti gli altri Stati italiani insieme. Inoltre, per liberarsi dalla necessità di importare le locomotive e il materiale ferroviario dall’Inghilterra, Cavour favorì la nascita dell’acciaieria Ansaldo a Genova, che divenne nel tempo un grandissimo centro industriale.
Nel 1855 il governo Cavour approvò la cosiddetta “legge dei conventi”, che decretava la soppressione degli ordini religiosi contemplativi (ovvero quelli senza scopo sociale) in favore di un maggiore sostegno al clero parrocchiale. Questa legge costò la scomunica di Cavour e di Vittorio Emanuele II da parte di papa Pio IX.
Anche in seguito Cavour mantenne la linea del “libera Chiesa in libero Stato”, definendo le rispettive sfere di competenza.