L'assiuolo
Inserita nella quarta edizione della raccolta Myricae, L’assiuolo ci mostra il poeta immerso nel buio, poco prima che sorga la luna. Non potendo vedere, si affida all'udito e registra, con un linguaggio ricco di allitterazioni e onomatopee, i suoni della natura che lo circonda. Tra tutti, emerge il verso cupo e luttuoso dell’assiolo, un suono inquietante che riporta alla mente di Pascoli il pensiero della morte.

Metro: tre strofe di sette novenari seguiti dal monosillabo onomatopeico chiù. Rima alternata ABABCXCx
Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla
,
ed ergersi il mandorlo e il melo
parevano
a meglio vederla.
Venivano soffi di lampi
da un nero di nubi laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù...

Le stelle lucevano rare
tra mezzo alla nebbia di latte:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu.
Sonava lontano il singulto:
chiù...

Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento
:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento

(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...
chiù...