La critica
Pascoli viene accostato dalla critica al decadentismo, un movimento poetico attivo in Francia sul finire dell’Ottocento. In effetti, anche se non fu mai in diretto contatto con i decadentisti francesi, Pascoli condivide con loro sia alcuni aspetti del pensiero, come la sfiducia nella scienza e in un progresso inarrestabile dell’umanità, sia parte della poetica, ad esempio l’idea che il poeta debba andare oltre la realtà immediata e cercare di esprimere il significato simbolico, il contenuto emotivo e il lato misterioso di ciò che lo circonda.
L’uso simbolico di immagini della vita quotidiana si diffuse anche in pittura, come mostra questo dipinto di Giovanni Segantini.


Al di là dei temi e dei contenuti, l’opera di Pascoli è considerata fondamentale nella storia della poesia italiana per la rivoluzione che portò nel linguaggio e nelle forme dei componimenti. Pascoli infatti, soprattutto nelle opere a tematica familiare e campestre, come Myricae, Canti di Castelvecchio, i Primi poemetti e i Nuovi poemetti, introdusse nella poesia termini della vita quotidiana che prima non erano mai stati utilizzati, indicando oggetti, animali, piante in modo diretto e preciso. Inoltre cercò di evocare il mondo che lo circondava attraverso il suono e la musicalità del verso, usando in abbondanza parole e frasi onomatopeiche. Anche l’uso di rime facili e versi e strofe brevi contribuì a dare un’impressione di semplicità e immediatezza.