La poetica
Pascoli bambino con il padre Ruggiero e i due fratelli maggiori.
Pascoli espresse la sua concezione della poesia in un celebre testo intitolato Il fanciullino, pubblicato nel 1897. In questo breve saggio, Pascoli afferma che in ogni uomo vive un “fanciullino”, capace di vedere tutto con stupore, di commuoversi ed emozionarsi, di scoprire collegamenti segreti tra le cose.
Il poeta è colui che sa dare voce a questo “fanciullino”, trasponendo le emozioni in metrica e cogliendo la verità profonda nascosta dietro le apparenze e il valore simbolico di ciò che lo circonda.

Un’altra caratteristica della poesia di Pascoli, strettamente legata alla “poetica del fanciullino”, è l’interesse per le cose piccole, semplici, quotidiane. Il poeta-fanciullo, infatti, con il suo sguardo puro e ingenuo, deve saper cogliere e trasmettere la poeticità di ogni cosa, anche della più umile.
Fanno così la loro comparsa nei componimenti di Pascoli, soprattutto nelle raccolte Myricae e Canti di Castelvecchio, gli oggetti, le piante e gli animali legati a quel mondo contadino in cui il poeta era cresciuto e a cui aveva voluto tornare trasferendosi nella casa di Castelvecchio.

Oggetti e animali vengono rievocati con termini precisi e spesso ricorrendo all’onomatopea per riprodurre un suono o un verso, non tanto per rappresentare in modo realistico un paesaggio o un’atmosfera, ma con l’intento di riscoprire attraverso di essi sensazioni passate, come il calore e la pace dell’infanzia, rappresentati da due delle immagini più care al poeta, quella del nido, simbolo della famiglia e degli affetti più cari, e quella della siepe che protegge e ripara dal mondo esterno.

In Pascoli, il richiamo all’infanzia non si limita solo a una riscoperta dei buoni sentimenti e della genuinità, ma esprime anche il desiderio di sfuggire alla realtà, di riscoprire un’autenticità che la vita adulta inevitabilmente cancella, di ricercare un contatto con i cari scomparsi. Nell'opera di Pascoli, infatti, le immagini della vita degli uomini e della natura si alternano a immagini che rievocano la morte e il lutto.